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NOVITÀ

Figli di Asclepio Le radici greche della medicina occidentale

Pennestrì Federico

Le due torri editore

Libro

€ 17,50

Descrizione

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FIGLI DI ASCLEPIO le radici greche della medicina occidentale
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INDICE

Presentazione di Giuseppe Girgenti
 
Introduzione
Preambolo
I. L’Antica medicina. Le origini
1.1 Il divino medico (x) – 1.2 Fra tecnica e magia (x) – 1.3 Serpenti e sacerdoti, sogni e sacrifici. La medicina dei templi (x) – 1.4 Dal mito alla téchne (x)

II. Ippocrate. La nascita dell’arte lunga
2.1 L’uomo scopre la ragione e si colloca al centro del mondo (x) – 2.2 Il Morbo sacro: la medicina diventa razionale (x) – 2.3 Il visibile è l’occhio dell’invisibile (x) – 2.4 L’uomo è un riflesso del cosmo: la teoria degli umori (x) – 2.5 Diagnosi e prognosi: l’occhio clinico (x) – 2.6 Vocazione, passione, terapia (x) – 2.7 Prevenire è meglio che curare (x) – 2.8 Il Giuramento di Ippocrate: il medico diventa professionista

III. La medicina in età ellenistica
3.1 Alla conquista del mondo conosciuto: Alessandro Magno (x) – 3.2 Aristotele: dalla cultura alla natura (x) – 3.3 L’apertura della scatola nera (x) – 3.4 La scuola anatomica alessandrina (x) – 3.5 La chiusura della scatola nera. Le sette (x)

IV. La medicina greca a Roma
4.1 Il colubro di Esculapio (x) – 4.2 Un greco a Roma. Arcagato il carnefice (x) – 4.3 Tutti alle terme (x) – 4.4 La scuola metodica e la sintesi di Aulo Cornelio Celso (x)

V. L’oracolo scientifico. Claudio Galeno
5.1 L’ottimo medico sia anche filosofo (x) – 5.2 Anima e corpo. Dalla psicosomatica alla pulizia sociale (x) – 5.3 Igiene del corpo e della mente (x) – 5.4 “Le donne non sono che uomini capovolti” (x) – 5.5 Vergini e ninfomani (x) – 5.6 Verso il medioevo (x) – 5.7 La medicina greca a Oriente (e ritorno) (x) – 5.8 Infirmitas Inaudita. La peste nera e il tramonto della medicina antica

Conclusione. Antica a chi?

 

 

 

 

 
Indice Bibliografico
La presentazione del libro sul sito di Fondazione Bassetti, clicca qui

PRESENTAZIONE

di Giuseppe Girgenti

Ripercorrere la storia della medicina greca e romana in una visione sinottica – il lavoro svolto con grande perizia da Federico Pennestrì sulla scia dei lavori di Giorgio Cosmacini – è un’operazione che consente da un lato di comprendere perché gli antichi filosofi non consideravano la medicina una scienza degna di stare sullo stesso livello epistemico degli altri saperi teorici e pratici, e dall’altro di comprendere quanto la medicina moderna sia stata debitrice di quelle antiche pratiche empiriche e delle conseguenti acquisizioni teoriche. Anzitutto, occorre tenere ben presente che i primi guaritori erano considerati quasi dei veggenti e dei mediatori tra gli uomini e gli dèi, e che la prima malattia curata, cioè l’epilessia (il male che colpisce dall’alto), era ritenuta un “morbo sacro” di coloro che si macchiavano di gravi colpe nei confronti degli dèi. Sotto questo aspetto, la medicina antica subì un processo di desacralizzazione e demitologizzazione, per molti versi analogo a quello della prima filosofia della natura (che rinunciò alla spiegazione del mondo basata sulle forze divine per concentrarsi sugli elementi della physis), ma certamente molto più lento, perché prima di giungere all’altezza dell’episteme, la medicina dovette attraversare un lungo processo di mera techne. Consapevole di questo lento passaggio, Federico Pennestrì guida il lettore dapprima nella pratica arcaica, fatta di templi ad Asclepio e di visioni magiche, di serpenti e di sacerdoti, e poi nella grande impresa della scuola di Ippocrate, il quale diede vita a una scuola medica guidata dalla ragione e dall’esperienza, scelta per vocazione e normata dal “giuramento”; passando per la biologia aristotelica e per la scienza ellenistica, approda, poi, in epoca romana, alla grande figura di Galeno, il medico che fu al contempo anche un filosofo platonico e che è stato il punto di riferimento irrinunciabile dei medici successivi per tutto il Medioevo e il Rinascimento. Consapevole che Asclepio era venuto per curare il corpo e Platone per curare l’anima, Galeno sviluppò in effetti uno studio sulla relazione tra anima e corpo in una medicina che oggi potremmo definire “psicosomatica”, se non addirittura “olistica”. Dalla cura per il “mal della pietra” allo sviluppo dell’occhio clinico, dagli antidoti contro ai veleni alla moda delle terme, l’autore ripercorre questo lungo viaggio esplorandone i luoghi e le civiltà, i personaggi e le storie e riportando alla luce aneddoti e simboli di un legame indissolubile che unisce il nostro passato alla cultura contemporanea.

Questo libro è pertanto molto utile per comprendere innanzitutto il significato di “medicina”, prima ancora che di “occidentale”, in un periodo di enorme confusione dal punto di vista scientifico, epistemologico e culturale qual è quello che viviamo nell’ultimo decennio (e di cui le controversie su vaccinazioni, omeopatia e nutrizionismo rappresentano solo i sintomi più recenti): la medicina è una tecnica razionale che presuppone una scienza oggettiva e una pratica soggettiva, che la rendono allo stesso tempo una disciplina scientifica e umanistica, laica e religiosa. Lo sviluppo delle scienze e delle tecnologie mediche consente al medico di salvare le vite, erigendosi a nuovo “salvatore”, e in questo mantenendo la sua vocazione religiosa di “dio guaritore”. I Greci avevano intuito fin da subito il suo enorme potenziale, così come gli enormi rischi connessi al suo abuso, come testimoniano il mito di Asclepio, il mito di Prometeo, le sue rievocazioni in età romantica (il Dr. Frankenstein, o il moderno Prometeo), contemporanea (da Jurassic Park) e all’ “epidemia di salute” del nuovo millennio: salvando le vite, la medicina regala nuove occasioni a sempre più persone anziane, malate croniche e disabili, rimettendo in questione le sue priorità e la sua natura.

La storia della medicina, fra simpatici aneddoti e rigorose scoperte scientifiche, è utile a chiarire molti dei nodi che ne avvolgono la pratica oggi, proponendosi come primo passo per affrontarli, e risolverli, sia dal punto di vista del curante, sia dal punto di vista del curato.

Il libro di Pennestrì è raccomandabile non solo ai medici professionisti che hanno il desiderio di rispolverare la loro coscienza storico-epistemologica, ma soprattutto, grazie alla sua chiarezza, per il lettore comune mosso dal desiderio di scoprire una storia anche simbolico-culturale, prima ancora che scientifica, che è ancora in grado di parlarci e di ammonirci.

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